Il paziente che subisce una frattura di femore spesso non ha solo una fragilità ossea ma è un anziano fragile con comorbidità, polifarmacoterapia, disabilità preesistenti spesso associati a scarso supporto socioeconomico. Questa complessità assistenziale non è adeguatamente gestita da un modello assistenziale tradizionale che vede il reparto di ortopedia affiancato da consulenze plurispecialistiche. La soluzione che molte strutture ospedaliere internazionali e nazionali hanno adottato per affrontare la gestione intraospedaliera del paziente anziano con frattura di femore è l’adozione di una Unità di Ortogeriatria.
L’Ortogeriatria è una disciplina clinico-assistenziale costituita dalla combinazione di medicina e ortopedia applicata all’anziano. con un approccio multidisciplinare coordinato assicuri continuità di assistenza e responsabilità lungo tutto il percorso clinico dall'ammissione alla dimissione. Il compito del geriatra o dell’internstista dovrebbe essere quello di gestire problemi di management non chirurgico pre e post intervento tramite un monitoraggio quotidiano del paziente per rilevare precocemente l’insorgenza di complicanze e intervenire tempestivamente.
In letteratura, si rileva che dopo l’attivazione di un servizio di Ortogeriatria, le complicanze mediche postoperatorie e la comorbidità sono scese dal 71% al 49.5% (p<0.001), la mortalità dal 7.7% al 4.7% (p<0.01), la riospedalizzazione entro 6 mesi è scesa dal 28% al 7.6% (p<0.001). L’attivazine dell’ortogeriatria garantisce anche una attivazione del percorso di prevenzione secondaria del paziente che rientra nei compiti del geriatra /internista dedicato come per il cardiologo prescrivere un betabloccante dopo un infarto.